Un’altra ferrata, un’altra avventura in cui voglio portarvi con me, per scoprire panorami strepitosi ed esperienze adrenaliniche.
La Ferrata dei finanzieri sul Colàc ha una difficoltà mediamente difficile ma presenta qualche passaggio molto tecnico per cui vi consiglio di affrontarla solo se siete abbastanza esperti in ferrate o altrimenti di farvi accompagnare da qualcuno che come me l’ha affrontata più volte, così che possa aiutarvi nei passaggi più complessi. Sicuramente la sconsiglio ai principianti o a chi arrampica raramente, perchè potreste trovarvi in difficoltà.
L’avvicinamento alla ferrata.
Arrivo ad Alba di Canazei, stavolta decido partire a piedi dall’Albergo Centrale, Canazei ed Alba sono molto vicine e sfrutto questi due chilometri per scaldare i muscoli.
Con il nuovo impianto cabinovia si sale al Ciampac e dalla stazione a monte si percorre un tragitto in discesa, a sinistra rispetto alla stazione della cabinovia, per poi continuare in un breve sentiero a zig zag che attraversa un ghiaione portandoci di fronte all’attacco.
La partenza della ferrata dei Finanzieri è facile da individuare, siamo già molto in alto, a 2050 mt. l’aria è frizzante e il sole illumina le rocce di Dolomia facendole risplendere.
L’attacco della Ferrata dei Finanzieri.
Arrivo ad Alba di Canazei, stavolta decido partire a piedi dall’Albergo Centrale, Canazei ed Alba sono molto vicine e sfrutto questi due chilometri per scaldare i muscoli.
Con il nuovo impianto cabinovia si sale al Ciampac e dalla stazione a monte si percorre un tragitto in discesa, a sinistra rispetto alla stazione della cabinovia, per poi continuare in un breve sentiero a zig zag che attraversa un ghiaione portandoci di fronte all’attacco.
La partenza della ferrata dei Finanzieri è facile da individuare, siamo già molto in alto, a 2050 mt. l’aria è frizzante e il sole illumina le rocce di Dolomia facendole risplendere.
Pausa per indossare il mio fidato set da ferrata, controllo tutto, moschettoni, funi, imbrago per essere tranquillo e affrontare quest’avventura in sicurezza.
La partenza è facile, alcune roccette attrezzate di solo cavo, un sentiero di trasferimento, qualche passo in esposizione, ma nulla di eccessivo.
La salita alla vetta.
Superata la prima sezione però la ferrata diventa più impegnativa e tecnica. Le rocce di dolomia che ammiravo prima di partire sono adesso il mio ostacolo maggiore, sono levigate e in parte scivolose. In questa ferrata è fondamentale conoscere la condizioni meteo e assicurarsi che non abbia piovuto nelle notte perché queste rocce scivolose se bagnate sono molto complesse da affrontare.
Fortunatamente il clima ci ha assistito anche oggi e facendo attenzione abbiamo superato la sezione più complessa di questa via ferrata della Val di Fassa. Mantenendo sempre l’attenzione alta, posso però concedermi un po di relax ammirando la parete sud della Marmolada, la regina delle Dolomiti e del Gran Vernel.
Arrivo in vetta dopo quasi 700 metri di dislivello, quassù a 2715 mt si riesce a sfiorare il cielo con un dito e mi godo il colpo d’occhio sull’intera Val di Fassa e non solo. Mi sorprendo ogni volta che arrivo qua su di come la sensazione di libertà che provo sulla cima d’una montagna riesca ad inebriarmi.
Delle nubi in lontananza però si avvicinano minacciose, è meglio rientrare a valle, non sia mai ritrovarsi in mezzo ad un temporale estivo a così alta quota.
Il ritorno a valle.
Vi consiglio di non togliere l’imbrago nella discesa, come faccio io, può servire per comodità e sicurezza. La discesa scorre in un ripido canale con cavo e staffe che conduce in modo vertiginoso fino ai piedi della parete est del Colàc. Superato questo rompicollo giungo in sentiero prativo e scendo nella Valle del Ciampac dove si ritorna a l’impianto ed infine a valle.
Questo percorso è uno dei miei preferiti, perché unisce adrenalina ad un panorama mozzafiato.