L’attrezzatura da ferrata.

La Ferrata Bepi Zac è un sentiero attrezzato della guerra sul Passo San Pellegrino nel Gruppo Marmolada. Questa ferrata è sicuramente una delle più particolari proprio perché percorre le rovine delle antiche trincee della prima guerra mondiale.

Inizio a preparare la mia attrezzatura da ferrata, oltre al mio solito abbigliamento tecnico composto da pantaloni lunghi che mi proteggono da eventuali abrasioni nel contatto con la roccia, le mie scarpe da ferrata e casco e guanti, questa volta mi devo ricordare una torcia frontale, che è indispensabile per affrontare le trincee.

La logistica.

Questa ferrata è lunga e impegnativa, è sempre meglio partire la mattina presto quando si decide di affrontarla, per essere sicuri di avere il tempo a sufficienza per concluderla e può essere utile portarsi una Longe, per poter potersi fermare in parete quando si è stanchi o si ha bisogno di una pausa.

Dall’albergo Centrale di Canazei, con la macchina, mi dirigo verso Moena per poi prendere la strada che porta al Passo san Pellegrino.

Una volta arrivato all’inizio del passo, vi consiglio di parcheggiare nell’ampio piazzale a lato opposto della strada dove è ubicata la seggiovia Costabella, io lascio la mia macchina sempre parcheggiata là.

L’avvicinamento alla ferrata Bepi Zac

Con lo zaino in spalla prendo la seggiovia, sceso dall’impianto, con passo leggero, prendo il vialetto semipiano verso il rifugio Passo delle Selle.

In un’oretta circa arrivo al rifugio ai piedi del Monte Costabella dove mi fermo per un succo di mela caldo e recuperare le energie prima di affrontare la vera e propria avventura.

Ora di andare! Il cielo è limpido, e ho tutta la giornata a disposizione così posso prendermi tutto i, indosso il kit da ferrata e prendo il sentiero a destra del rifugio in direzione nord seguendo le indicazioni per la ferrata Bepi Zac.

Inizio la salita e subito mi immergo nella prima guerra mondiale, vedo delle trincee e provo solo ad immaginare il conflitto che fu.

La storia ad alta quota.

Passata la salita, mi trovo sulla cresta e inizio ad intravedere i pezzi delle baracche, le scale di legno, le passatoie in legno e le postazioni di difesa, una sorta di museo all’aperto circondato dal silenzio della montagna. Proseguo sempre sulla cresta delle montagna e davanti a me ho tutta la Val di Fassa nel suo splendore, il Latemar, il Catinaccio, Sasso Piatto, il Gruppo del Sella ed infine anche la Marmolada e i Monzoni.

Verso metà tragitto c’è la possibilità di abbandonare la ferrata in caso di maltempo, o di necessità,si può scendere a valle prendendo la strada a destra del bivio verso un sentiero facile per i prati in fiore tra la cima della Campagnaccia e la cima del Costabella.

Decido di continuare e tra sali e scendi, arrivo al castello di Costabella.
Voglio entrare e prendo il tratto di roccette con cordino che precede il masso, dentro uno spettacolo si presenta ai miei occhi, una raccolta fotografica che testimonia la guerra.

Poter ammirare queste testimonianze direttamente nei luoghi del conflitto non ha prezzo.

Il rientro in valle.

Proseguendo per il percorso mi aspetta un’ultima stretta galleria, scendo per il sentiero e infine mi dirigo a destra per i ghiaioni che mi conducono verso dei prati dove trovo indicazione per la seggiovia.

Le tempistiche variano molto in base al tempo che si dedica alla visita delle varie postazioni militari. I panorami sono mozzafiato a 360° sulle Dolomiti.

Attraverso il sentiero 607 si scende verso valle in vallate fiorite e placche di sassi verdastri arrivando così alla macchina per poi rientrare in albergo a Canazei.

Questa di sicuro non è solo un esperienza di montagna, ma un’emozione a tutto tondo, che mi permette ogni volta di immergermi in tempi passati, potendo assaporare un’atmosfera unica, tra la bellezza delle Dolomiti e la ferocia della guerra che le ha cambiate per sempre.

Un percorso emozionante all’indietro nel tempo, per vivere l’avventura ricordando sempre il passato.